lunedì 16 gennaio 2012

Fotografia analogica: Yashica Mat



La società giapponese Yashica ha costruito per quasi trent'anni, a partire dal 1957, una serie di fotocamere TLR 6x6 che hanno avuto una grandissima diffusione in ogni parte del mondo.
Fino alla metà degli anni '50 la società giapponese costruiva macchine soltanto discrete, ma con l'avvento della Yashica Mat le cose hanno cominciato a cambiare. I primi modelli Yashica Mat, le cui caratteristiche estetiche sono molto simili alle Rolleiflex dell'epoca,  montavano obiettivi Lumaxar 75mm (f3.2 visione, f3.5 ripresa) seguiti da un 80mm con le stesse specifiche. In seguto l'obiettivo è stato ribattezzato con il nome Yashinon e presentava lo stesso schema a 4 lenti in 3 gruppi del famoso Tessar, l'obiettivo concepito nel 1902 dal fisico tedesco Paul Rudolph e brevettato dalla Carl Zeiss.




Al primo modello Yashica Mat del 1957 è seguito il modello LM (Light Meter) del 1958. Si tratta di una fotocamera fornita di esposimetro al selenio con otturatore centrale Copal e tempi di posa che vanno da 1 sec. a 1/500 sec. più la posa B, con sincronizzazione del flash a tutte le velocità.



Il corpo è interamente in metallo rivestito di pella nera e pesa 1,2 Kg circa. Il trasporto della pellicola e il caricamento dell'otturatore avviene attraverso una manovella posta sulla destra della fotocamera, sistema che verrà mantenuto fino all'ultimo modello della serie Mat, il 124 G. Una delle caratteristiche di tutti i modelli Yashica Mat è lo strano rumore emesso dalla manovella quando viene azionata.
Lo schermo smerigliato del mirino a pozzetto è una lente di Fresnel con una griglia di linee rosse per facilitare la composizione. La messa a fuoco può essere coadiuvata da una lente di ingrandimento 3x posta nella parte superiore del pozzetto.

Nel 1964 esce un nuovo modello, la Yashica Mat EM (exposimeter), dotata anch'essa di un esposimetro al selenio per la misurazione della luce che, come quello montato sulla Yashica Mat LM, non necessita di una batteria per essere alimentato. L'utilizzo dell'esposimetro montato sulla Yashica Mat EM è molto più semplice del modello LM, nonostante l'evidente limite del suo inevitabile esaurimento.
Le pellicole utilizzabili in questi primi modelli sono soltanto le 120.


Prima dell'avvento delle Yashica Mat 124 sono usciti due diversi modelli che permettevano di caricare pellicole 120 e 220, rispettivamente la Yashica 12 e la Yashica 24. La Yashica 12 è uscita nel 1967, un anno dopo l'uscita della 24, ed entrambe erano dotate di esposimetro al Cds (solfuro di cadmio) alimentato da una batteria al mercurio.


La Yashica Mat 124, uscita nel 1968 e prodotta fino al 1971, permette di montare sia pellicole 120 sia pellicole 220 (da qui la contrazione delle sigle dei precedenti modelli). Monta gli ormai collaudati obiettivi Yashinon 80mm a schema Tessar, otturatore centrale Copal ed esposimetro al Cds alimentato da una batteria al mercurio da 1,35 V.


Il modello 124 è del tutto simile al successivo e ultimo modello della serie Mat, il 124 G, prodotto dal 1970 al 1986. Le uniche differenze sono un corpo con parti cromate per la Mat 124 e un corpo tutto nero per la 124 G. Inoltre la Mat 124 G ha parte dei contatti elettrici dorati, da cui la sigla G (Gold).
Ancor prima di uscire in commercio venne considerato come un modello obsoleto, eppure ebbe un grandissimo successo in tutto il mondo. Se ne possono trovare esemplari in perfetto stato in grado di fornire ottimi risultati e dare grandi soddisfazioni agli amanti della fotografia analogica di qualità.


I modelli Yashica 12 e 24 e Yashica Mat 124 e 124 G montano baionette del tipo Bay 1 (B30) quindi possono montare i paraluce, i filtri e gli accessori Rolleiflex. 

Per questi modelli è inoltre possibile sostituire le batterie al mercurio dell'esposimetro al Cds con semplici batterie da 1,5 V, visto che le batterie al mercurio non vengono più prodotte. Basta tener conto della differente lettura sottoesponendo di circa 1 stop.

Un'altra nota importante riguarda le lenti. Gli Yashinon 80mm sono ottimi obiettivi ma non hanno un'adeguata protezione antiriflesso.
Consiglio quindi di acquistare un paraluce per contrastare il flare prodotto dalla luce laterale.



10 commenti:

  1. Ottimo, acquistata una Mat 124, articolo molto interessante
    Gio'

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  2. Ottimo e molto utile, ti vorrei chiedere io possiedo una mat 124 senza esposimetro, ho la possibilità di poterla cambiare con una 124 con esposimetro dici che mi conviene, magari mi aiuta con gli scatti?, grazie

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    1. l'esposimetro sulla macchina che devi usare è naturalmente molto utile ma puoi sempre arrangiarti con quello di un'altra fotocamera oppure procurarti un esposimetro esterno...

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    2. troppo tardi :) mi hanno valutato la mia x 70 euro poi aggiunti 50 per l'altra che ha persino la custodia in pelle stupenda!

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    3. bene, immagino quindi si tratti della Yashica Mat 124G. Buone foto.

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  3. bellissimo articolo!

    posso farti una domanda?

    io amo proiettare dia 6x6 piuttosto grandi!
    ma se volessi aumentare la risoluzione delle immagini dovrei necessariamente passare alle hasselblad con lenti zeiss o a macchine con lenti superiori?

    oppure non va a cambiare cosi radicalmente poichè gli yashinon gia sono ottimi?
    grazi mille!

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  4. Ciao e grazie per il commento. Le lenti della Yashica Mat sono ottime e non credo noteresti differenze nella visione apprezzabili ad occhio nudo. Se invece parliamo di stampe il discorso è diverso. Le lenti Zeiss sono certamente migliori, come lo sono del resto quelle delle Rolleiflex o delle Contax, e sono eccezionali molte lenti giapponesi, assai taglienti, come quelle che equipaggiano molte fotocamere medio formato Pentax, Mamiya ecc., ma sono certo che la Yashica Mat riuscirà a darti grandissime soddisfazioni.

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