sabato 14 gennaio 2012

Fotografia analogica: piccolo e medio formato



Nell'era del digitale sembra anacronistico parlare di fotografia analogica. Eppure esistono molte persone che hanno scoperto (o riscoperto) il fascino della fotografia analogica, specie quando questo sia connesso con la possibilità di sviluppare da sè le proprie pellicole e stamparle con l'uso di un ingranditore.
Solitamente l'approccio iniziale avviene con il piccolo formato 35mm (24x36mm). Di solito si va alla ricerca di una buona macchina analogica, ma soprattutto di buone ottiche di ripresa, che possa farci assaporare il fascino di scattare fotografie senza l'ausilio di quei sofisticati automatismi che finiscono per impigrire il fotografo.
L'amante della fotografia analogica è solitamente colui che vuole sperimentare un genere di fotografia più ragionato, decidendo egli stesso i corretti parametri di scatto, stabilendo quale diaframma usare per poter decidere quale profondità di campo applicare al proprio scatto, o decidendo i tempi di scatto in base non solo alle condizioni di luminosità ma anche agli effetti che vuole dare alla proprio foto, per esempio per voler dare un particolare effetto di mosso ad una fotografia che riprenda il movimento di persone in un contesto particolare come un ballo o il passaggio di un gruppo di ciclisti.
L'appassionato di fotografia analogica ricerca naturalmente la qualità, sia che si tratti dell'affascinante fotografia bianconero, sia che si tratti di fotografia a colori o diapositive. Prima o poi andrà quindi alla ricerca di quella macchina medioformato che gli permetta di realizzare scatti la cui qualità è decisamente superiore a quella ottenuta con il piccolo formato.

L'altezza del fotogramma di una pellicola medioformato è pari a 6cm per tutti i sistemi. Cambia soltanto la larghezza, che varia da un minimo di 4.5cm ad un massimo di 9cm.
Il formato classico è il 6x6, che permette di ottenere una stampa quadrata la cui forza espressiva è del tutto particolare. Molte persone tendono però a rettangolarizzare le fotografie scattate con un sistema medioformato 6x6 per adattarle alle carte da stampa.

Le pellicole per il medioformato possono avere due sigle: 120 e 220. La differenza sta solamente nella lunghezza del rullo.

I sistemi medioformato più diffusi sono il 4.5x6, il 6x6 e il 6x7.

La prima considerazione che possiamo fare a proposito della differenza di qualità fra il piccolo e il medioformato è la diversa superficie del fotogramma. Una pellicola 35mm ha una superficie di 24x36mm ovvero  864mm, una pellicola medioformato 6x6 ha una superficie di 56x56mm effettivi quindi 3136mm. Come si può notare immediatamente la superficie di un fotogramma 6x6 risulta 3,6 volte più grande di un fotogramma 35mm. Questo significa che un fotogrammma medioformato richiede un ingrandimento minore rispetto ad un fotogramma 35mm per ottenere una stampa della stessa grandezza. A tutto vantaggio della qualità, visto che ingrandire una fotografia oltre certi limiti comporta la comparsa di maggior grana, diminuendo nel contempo anche la nitidezza della stampa.


Interessante notare il rapporto fra i lati dei fotogrammi 24x36 rispetto ai fotogrammi medioformato. Il fotogramma 35mm ha un rapporto fra i lati di 0,66,  quello del 4.5x6 è invece di 0,75, rapporto considerato ideale per la stampa perchè pressochè identico a quello dei formati tipografici.
Il formato 6x7 ha invece un rapporto fra i lati di 0,85, quindi solo leggermente rettangolare, ed è considerato come uno dei formati migliori per la stampa.

Un'altra considerazione che possiamo fare riguarda il numero di fotogrammi che è possibile ottenere con i vari formati a seconda se vengano utilizzate pellicole 120 oppure pellicole 220.
Con il formato 4.5x6 si possono realizzare 15 fotogrammi con le pellicole 120 e 30 fotogrammi con le pellicole 220. Con il formato 6x6 si possono ottenere 12 fotogrammi con le pellicole 120 e 24 fotogrammi con le pellicole 220. Con il formato 6x7 si possono ottenere 10 fotogrammi con le pellicole 120 e 20 con le pellicole 220.

Esistono poi diversi tipi di fotocamere medioformato, le biottiche Rolleiflex degli anni '50 usate dai paparazzi e dai professionisti, le classiche fotocamere a pozzetto come le Hasselblad 6x6 o le più economiche Zenza Bronica, le "piccole" fotocamere Mamiya 645 oppure le Pentax e le Contax 645, che offrono un approccio simile alle fotocamere reflex 35mm, i più grandi sistemi 6x7 usati solitamente in studio, come le Mamiya RB 67 - RZ 67, le Pentax 67, medioformato piuttosto ingombranti e pesanti per essere usate come una reflex 35mm, e le fotocamere a telemetro come le Mamiya 6 e 7. La scelta è davvero vasta e decidere quale sia la fotocamere migliore per i nostri scopi dipende da molti fattori.
Ho recentemente fatto le mie personali valutazioni per capire quale poteva essere la macchina medioformato adatta alle mie escursioni. Cercavo una macchina non troppo pesante, con ottiche di buona qualità, capace di scattare fotografie anche a mano libera. Inizialmente ero orientato sulle 645, indeciso fra diversi modelli come la Mamiya 645 Pro TL, la Pentax 645 NII e la Contax 645. Decisamente ottime macchine, con obiettivi di buona qualità, non troppo pesanti e con la possibilità di essere usate come una reflex 35mm. Ho valutato poi le Zenza Bronica, sia le più piccole 645, sia le 6x6, in particolare quelle della serie SQ con ottiche PS. E alla fine sono rimasto affascinato dalla linea delle biottiche, innamorandomi prima delle Rolleiflex e poi delle più economiche  Yashica Mat. Parlerò di queste fotocamere giapponesi in un post espressamente dedicato a queste straordinarie macchine, soffermandomi in particolare sul modello Yashica Mat 124 G, prodotto dal 1970 al 1986.








1 commento:

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