martedì 31 gennaio 2012

Le pellicole fotografiche



La pellicola fotografica potrebbe essere definita come il supporto usato nelle fotocamere analogiche per la registrazione dell'immagine latente di una fotografia, trasformata poi attraverso lo sviluppo in un'immagine stabile e conservabile. La pellicola è composta da diversi strati, fra cui un supporto in materiale plastico, uno strato antialo per evitare riflessi all'interno dell'emulsione, e degli strati di alogenuro d'argento per la registrazione dell'immagine.
Nonostante la diffusione delle fotocamere digitali abbia costretto molte case a ridurre la propria offerta, esiste in commercio un'ampia scelta di pellicole, specie per il piccolo e medio formato. Possiamo quindi affermare che la fotografia analogica non è morta e che una schiera di fotoamatori sparsa in ogni parte del mondo continua ad utilizzare con soddisfazione le fotocamere a pellicola.
Nel corso degli anni i materiali sensibili hanno subito un notevole miglioramento e le emulsioni moderne garantiscono caratteristiche di risolvenza davvero elevate, riuscendo in taluni casi a "mettere in crisi" le ottiche degli migliori obiettivi. Uno dei vantaggi più evidenti della migliorata qualità delle emulsioni, anche alle sensibilità più elevate, è la possibilità di effettuare scatti a mano libera in ambienti poco illuminati ottenendo risultati più che soddisfacenti.
Ne è passato di tempo da quando la schiera dei fotografi si divideva fra coloro che potevano permettersi la qualità di un dagherrotipo e coloro, solitamente fotoamatori, che si accontentavano del più semplice ed economico calotipo. Le emulsioni moderne garantiscono risultati di grandissima qualità, specie quando vengano utilizzate fotocamere di medio e grande formato e lo svilluppo venga effettuato con rivelatori ad alta acutanza. Le stampe che si possono ottenere, anche effettuando forti ingrandimenti, garantiscono risultati di grande rilievo.
La prima considerazione che possiamo fare riguarda la sensibilità delle emulsioni. Esistono pellicole con vari gradi di sensibilità alla luce, capaci cioè di registrare un'immagine più o meno fedelmente a seconda della quantità di luce presente al momento dello scatto. Per ottenere un'immagine leggibile una pellicola di bassa sensibilità richiede una quantità di luce maggiore rispetto ad una pellicola di più alta sensibilità. La sensibilità di una pellicola viene anche definita con il termine di velocità o rapidità dell'emulsione nel reagire alla luce, cosicchè una pellicola di bassa sensibilità viene definita lenta perchè richiede un tempo più lungo per essere esposta correttamente rispetto ad una pellicola più sensibile.
La sensibilità di una pellicola veniva identificata in passato attraverso l'utilizzo di due sistemi di misurazione diversi, il sistema americano ASA (American Standard Association) e quello tedesco DIN (Deutsche Industrie Norm). La scala ASA è una scala lineare codificata negli Stati Uniti e utilizzata sia in Europa sia in Giappone, mentre la scala DIN è stata codificata negli anni Trenta in Germania ed è una scala logaritmica. La scala ISO (International Standard Organization), anch'essa lineare, è entrata in uso nel 1982 unificando di fatto i sistemi precedenti. Oggi viene utilizzata anche nella fotografia digitale per indicare la sensibilità del sensore.
Come ho ricordato nell'articolo sull'esposizione fotografica, a parità di diaframma una pellicola 200ASA richiede una quantità di luce doppia rispetto ad una pellicola 400ASA, quindi si può intuire come la scelta di una pellicola determini un certo orientamento sulla scelta dei tempi di esposizione e dei diaframmi. Una pellicola più sensibile potrà infatti garantire l'utilizzo di diaframmi più chiusi e tempi di scatto più veloci, mentre una pellicola meno sensibile richiederà tempi di posa più lunghi e diaframmi più aperti; il che equivale a dire che in una giornata molto luminosa, per esempio su una spiaggia assolata, sarà possibile utilizzare una pellicola di bassa sensibilità, mentre in condizioni di scarsa luce ambientale, per esempio al tramonto o in ambienti chiusi poco illuminati, è auspicabile l'utilizzo di una pellicola più sensibile, la quale, per i motivi appena citati, potrà anche essere utilizzata nella fotografia sportiva, laddove appunto siano necessari tempi di posa molto brevi.




Le pellicole con valori da 25 a 64 ASA/ISO (15-20 DIN) sono definite pellicole lente a bassa sensibilità. Le pellicole con valori da 125 a 400 ASA/ISO (22-27 DIN) sono definite pellicole di moderata-media lentezza e di moderata-media sensibilità. Le pellicole con valori oltre 500 ASA/ISO (28DIN) sono considerate pellicole veloci ad alta sensibilità.
Dalla sensibilità delle pellicole, che deriva dalla forma e dalla dimensione dei grani contenuti all'interno dell'emulsione, dipende in parte la definizione. Pellicole ad alta sensibilità offrono dettagli meno definiti e presentano una grana più visibile poichè i cristalli dell'emulsione sono effettivamente più grandi rispetto a quelli di una pellicola di bassa sensibilità, specie nelle stampe fortemente ingrandite da negativi di piccolo formato. E la grandezza maggiore dei grani contenuti nelle pellicole ad alta sensibilità ci fa capire il motivo per cui una pellicola viene definita in questo modo. Un cristallo di maggiori dimensioni offre infatti una maggior superficie ai fotoni che devono impressionare la pellicola. I grani di maggior dimensione rendono la pellicola più reattiva alla luce, diminuendo i tempi necessari per favorire la creazione dell'immagine latente, rendendo la pellicola ad alta sensibilità una pellicola "veloce".
Ma non è soltanto a causa della granulosità che possiamo stabilire la definizione di una pellicola. Essa dipende dall'unione di questa con il potere risolvente e con l'acutanza.

Il potere risolvente è dato dal numero di linee per millimetro che l'emulsione è in grado di separare, ma anche dal tipo di obiettivo usato e dal trattamento di sviluppo. Il risultato finale stabilirà il grado di risolvenza effettiva che l'intero sistema sarà in grado di produrre.

L'acutanza è invece il parametro che stabilisce la nitidezza, ovvero la capacità di riprodurre i dettagli. Una pellicola ad alta acutanza rende i dettagli più definiti poichè aumenta la nitidezza degli stessi, ovvero la possibilità di distinguere nettamente il passaggio fra un tono e l'altro. E' per questo motivo che l'acutanza viene anche definita con il termine di "effetto bordo".
L'acutanza potrà essere resa nel modo migliore attraverso un corretto sviluppo, ovvero con l'utilizzo di rivelatori specifici in grado di restituire il potenziale di acutanza offerto dall'emulsione.
Una pellicola ad alta acutanza non è detto che abbia anche un alto potere risolvente e viceversa, cosicchè il risultato finale e dunque la definizione di una pellicola è data dalla sommatoria di tutti i parametri: granulosità, potere risolvente, acutanza.

Vi è poi un altro parametro da tenere presente nel valutare una pellicola e stabilire il grado di nitidezza dell'immagine, ovvero il contrasto. Esso stabilisce la capacità di differenziare in maniera più o meno evidente il passaggio fra un tono e l'altro. Un'immagine con alto contrasto ci apparirà più nitida, poichè lo scarto di luminosità fra un tono e l'altro sarà più evidente, stabilendo così una gamma tonale più ristretta.


alto contrasto


contrasto medio

basso contrasto


Mentre l'acutanza stabilisce la nitidezza effettiva dell'immagine, il contrasto determina soltanto una nitidezza apparente, poichè l'occhio viene ingannato da questo repentino passaggio fra un tono e l'altro che determina una sensazione di maggior nitidezza dell'immagine stessa. E' per questo che l'uso delle maschere di contrasto nelle immagini digitali è un processo molto diffuso in camera chiara. Esso contribuisce a dare la sensazione che l'immagine sia più nitida di quanto sia realmente.

Le pellicole comunemente usate sono quelle fra i 100 e i 200 ASA. Sono pellicole con una buona resa generale, sia per quanto riguarda il potere risolvente, (numero dei dettagli visibili), sia per quanto riguarda la latitudine di posa (estensione della gamma tonale) e la finezza della grana.
Questi parametri sono influenzati dal tipo di ottica usata e dal trattamento di sviluppo della pellicola. Questo significa che una pellicola come la Adox CMS 20Asa, che vanta una risolvenza pari a 800 linee per mm., quindi adatta alla riproduzione fotomeccanica (microfilm), darà il meglio di sè con obiettivi di ottima qualità e un adeguato processo di sviluppo.
Ogni pellicola presenta caratteristiche particolari e non è detto che una pellicola con un potere risolvente elevato abbia necessariamente una latitudine di posa elevata. Una pellicola come la Technical Pan della Kodak, con una risolvenza fra le 400 e le 500 linee per mm., offre una latitudine di posa fra le più scarse, poichè è stata concepita per la fotografia astronomica e la microfilmatura.
Le pellicole più versatili restano comunque le 400ASA, in grado di essere usate in svariate condizioni di luminosità e di "sopportare" piccoli errori nell'esposizione.

La qualità delle emulsioni ha subito una svolta nel 1982 con l'introduzione delle pellicole T-Grain. Il termine indica la struttura dei cristalli di alogenuro d'argento (Tabular Grain) che, oltre ad essere piatti, risultano più grandi, esponendo quindi una maggiore superficie alla luce, ma anche di forma più regolare rispetto ai grani delle emulsioni tradizionali.


cristalli T-Grain


Visto che sono in grado di assorbire più luce rispetto ai grani tradizionali, si possono ottenere emulsioni con grani più piccoli e dunque una definizione maggiore, a parità di sensibilità, rispetto ai grani tradizionali.
La prima pellicola che utilizzava grani tabulari è stata la Kodacolor VR1000, con sensibilità di 200 e 400 ASA.
In seguito le maggiori case hanno sviluppato tecnologie sempre più raffinate mettendo sul mercato prodotti di grande qualità.
Oggi si possono trovare pellicole a grani tabulari molto valide, come le pellicole per il bianconero Fuji Acros 100, Kodak T-Max e Ilford Delta.

La grana di una pellicola è un elemento caratterizzante di ogni singolo scatto, determinando risultati diversi nello sviluppo e nella stampa. Questo è dovuto alla casualità nella disposizione dei grani sull'emulsione, cosicchè possiamo affermare che una stampa analogica rappresenta un "unicum" irripetibile. Cosa che non avviene nell'immagine elettronica, formata da pixel disposti ordinatamente, seppure con intensità diversa, in ogni singola immagine.

Nel valutare i parametri con i quali ci apprestiamo a considerare i corretti parametri esposimetrici dobbiamo tener presente che la sensibilità di una pellicola rappresenta un valore nominale determinato in laboratorio dal produttore, e non sempre corrisponde a quello effettivo dell'emulsione. Il produttore dichiara infatti un valore di sensibilità generalmente più basso nelle negative a colori per limitare la tendenza alla sottoesposizione, difetto piuttosto diffuso fra i dilettanti. Nelle pellicole invertibili a colori, le diapositive, i produttori tendono invece a dichiarare una sensibilità superiore per contrastare le possibili sovraesposizioni, mal sopportate dalle diapositive per la loro scarsa latitudine di posa.
Conoscere le pellicole con le quali lavoriamo ci consente quindi, assieme all'uso corretto dell'esposimetro, tarato anch'esso su valori che dobbiamo imparare a conoscere, di ottenere scatti correttamente esposti.


1 commento:

  1. Hi Selina



    i am Montoya Jazhel from the philiphines ,i was in a big problem in my marital life so i read your testimony on how Dr Ikhide help you get your husband back and i said i will give it a try and i contacted the Dr Ikhide to help me and he promised to help me get my problem solved. now am so happy with my life because all my problems are over. Thanks to the great Dr Ikhide for the help and Thanks to you Selina.

    You can reach him with this email:- dr.ikhide@gmail.com and i promise he will not disappoint you.



    I AM SO HAPPY…… remember here is his email:- dr.ikhide@gmail.com or whatsapp :- +2349058825081















































































    Kumusta Selina



    ako si Montoya Jazhel mula sa pilipinas, ako ay nasa malaking problema sa aking buhay sa pag-aasawa kaya nabasa ko ang iyong patotoo sa kung paano tulungan si Dr Ikhide na maibalik ang iyong asawa at sinabi kong susubukan ko ito at makipag-ugnay sa Dr Ikhide upang matulungan ako at nangako siyang tulungan ako na malulutas ang aking problema. ngayon masaya ako sa aking buhay dahil ang lahat ng aking mga problema ay tapos na. Salamat sa mahusay na Dr Ikhide para sa tulong at Salamat sa iyo Selina.

    Maabot mo siya sa email na ito: - dr.ikhide@gmail.com at ipinapangako ko na hindi ka niya bibiguin.



    AKO KAYA NAKAKITA …… tandaan dito ay ang kanyang email: - dr.ikhide@gmail.com or whatsapp :- +2349058825081

    RispondiElimina