venerdì 17 febbraio 2012

La fotografia notturna



La fotografia notturna rappresenta da sempre un affascinante momento rappresentativo. Un paesaggio ripreso dopo un tramonto, quando l'oscurità è imminente ma c'è ancora un barlume di luce, rende le nostre immagini molto suggestive e particolari. Lo stesso accade al mattino, quando la prima luce del giorno costruisce forme e rivela sensazioni. Il fascino di questi scatti è quasi sempre maggiore di quelli ottenuti quando l'oscurità è completa e i soggetti sono illuminati soltanto da luce artificiale.


La fotografia notturna richiede un approccio meditato. La scelta della giusta inquadratura rappresenta uno degli elementi più determinanti per la riuscita dei nostri scatti. Dobbiamo essere in grado di valutare con chiarezza quali siano gli elementi della composizione che imprimono forza alla nostra rappresentazione, sia essa un tramonto, un alba o un paesaggio urbano. Spesso ci fossilizziamo su temi triti e ritriti, senza considerare che possono essere fotografate le cose più disparate, le più impensate. Ed è un lavoro stimolante pensare a cosa ci piacerebbe fotografare in luce notturna, perchè questo imprime ai nostri scatti una forza particolare che li rende unici.

 

La prima considerazione riguarda l'uso del cavalletto. Una fotografia notturna necessita di questo importante accessorio poichè la scarsa luce ambientale, o la presenza di sole luci artificiali, richiede tempi di posa lunghi, cosicchè il cavalletto è il presupposto indispensabile per una perfetta immobilità della nostra fotocamera.
Altro importante accessorio è lo scatto flessibile (oppure il telecomando), naturale estensione all'uso del cavalletto per ottenere scatti perfettamente nitidi.
La qualità di una fotografia notturna è legata in maniera esplicita all'ottica utilizzata. E' necessario disporre di un obiettivo di buona qualità e piuttosto luminoso, capace cioè di lavorare a diaframmi molto aperti. Questo ci consente di sfruttare nel migliore dei modi la residua luminosità ambientale, riproducendo con chiarezza i dettagli più scuri che, con un obiettivo meno luminoso, richiederebbero tempi di posa più lunghi, o peggio, ISO più alti.
Un altro importante fattore è dunque la sensibilità ISO della pellicola nelle fotocamere analogiche ovvero quella del sensore nelle fotocamere digitali.
In condizioni di scarsa luminosità una pellicola sensibile (valore ISO più alto) ci consente di ottenere maggiori dettagli nelle zone più scure, a discapito però della grana (rumore nelle fotocamere digitali), che aumenta con l'aumentare della sensibilità. 
Le fotocamere digitali moderne permettono di contenere la quantità di rumore generata dal sensore ottenendo con il passare degli anni risultati sempre migliori a ISO sempre più alti. Grazie alla migliorata tecnologia sul trattamento del rumore, nel prossimo futuro sarà possibile scattare a mano libera in condizioni di completa oscurità ottenendo scene notturne oggi impensabili.
Un altro fattore da considerare è la scelta del diaframma con il quale si intende fotografare. Utilizzando diaframmi più aperti otterremo tempi di posa più brevi e una profondità di campo minore, mentre utilizzando diaframmi più chiusi si avranno tempi di posa più lunghi e una profondità di campo maggiore.
La scelta di queste alternative dipende dal soggetto fotografato e dai risultati che si intendono ottenere. Se per esempio fotografiamo una strada e intendiamo riprodurre l'effetto scia creato dai fari delle automobili è necessario scegliere un diaframma relativamente chiuso e un tempo di posa piuttosto lungo.


Teniamo presente che tutte le ottiche lavorano meglio ai diaframmi intermedi e che l'utilizzo dei diaframmi più aperti comporta in genere la comparsa di aberrazioni cromatiche e produce immagini con minor nitidezza.
L'aberrazione cromatica si manifesta con un alone colorato attorno ai bordi degli oggetti illuminati da una forte fonte luminosa, come le foglie di un albero in controluce o i lampioni di una strada.
Il fenomeno è conosciuto anche con il nome di purple fringing, i famosi aloni color viola attorno ai bordi delle immagini, e può essere ridotto grazie all'utilizzo di lenti che impiegano materiali a bassa dispersione come la fluorite.


purple fringing

 

Per contenere il fenomeno del purple fringing è necessario quindi chiudere il diaframma a valori intermedi, garantendo una resa ottimale del nostro obiettivo anche in termini di definizione. L'utilizzo di diaframmi più chiusi comporta la comparsa di suggestive luci a forma di stella come queste:


In condizioni di scarsa luminosità è spesso difficile affidarsi al sistema autofocus della fotocamera, cosicchè nelle condizioni più estreme dovremo essere noi a regolare il fuoco manualmente per ottenere i migliori risultati.
Lo stesso dicasi per i valori forniti dall'eposimetro che, in condizioni critiche, non riesce a fornire i corretti parametri di scatto. Se poi il nostro intento è utilizzare un determinato diaframma oppure un determinato tempo di posa, l'esposizione manuale è la miglior scelta.
Utilizzando una fotocamera digitale sarà possibile effettuare qualche prova e verificare quali siano i parametri più appropriati, mentre con una fotocamera analogica dovremmo affidarci all'esperienza e ad una serie di scatti della stessa scena con tempi e/o diaframmi diversi.
Con una fotocamera digitale bisognerà sempre affidarsi a scatti in formato RAW, che potranno essere corretti in post produzione modificando l'esposizione, il bilanciamento del bianco e altri parametri di scatto.