mercoledì 6 giugno 2012

Il ritratto fotografico




Il ritratto fotografico è un genere molto praticato, in special modo dai principianti, ma soltanto pochi fotografi si dedicano al ritratto seriamente e sono in grado di realizzare fotografie di un certo rilievo.
I fattori che determinano la riuscita di un ritratto sono molteplici e la conoscenza della sola tecnica non è sufficiente per ottenere scatti davvero riusciti. Esistono però alcune regole in grado di aiutarci e l'esperienza fatta sul campo sarà determinante per ottenere risultati sempre migliori.
Soltanto l'apprendimento delle corrette tecniche fotografiche unite ad una buona sensibilità garantiscono risultati soddisfacenti, ma prima di scattare dobbiamo interagire con il soggetto da fotografare, a meno che non si tratti di scatti “rubati” o di foto realizzate quando il soggetto non è consapevole di essere fotografato.
L'interazione con il soggetto è importante almeno in un caso, quando il soggetto è timido. Mettere a proprio agio la persona da fotografare è determinante per evitare che il viso e il corpo assumano pose innaturali, che lo sguardo sia fisso o l'espressione contratta. Se poi il soggetto è anche inesperto è compito del fotografo fare in modo che assuma la postura ideale per la realizzazione del ritratto. Una persona troppo sicura di sé, d'altronde, può creare talvolta dei problemi quando deciderà di sua iniziativa di assumere un atteggiamento eccentrico. Il suo volto diventerà una caricatura e sembrerà buffo o ridicolo.
La sensibilità del fotografo sarà poi determinante per creare la giusta intesa e fare in modo che il soggetto da fotografare non si trovi soltanto a suo agio ma sia anche felice, per così dire, di essere fotografato. Non sempre è un compito facile, specie quando non si abbia sufficiente tempo per un dialogo. In questo senso conta molto il carattere del fotografo, poiché il compito sarà facile per le persone comunicative, lo sarà meno per le persone chiuse o incapaci di dialogare.
L'esperienza è determinante, poiché anche il più timoroso dei fotografi riuscirà con il tempo a migliorare le sue capacità di interazione con il soggetto da fotografare. D'altronde non bisogna neppure esagerare. Dialogare a lungo può essere controproducente e bisogna imparare a mantenere il giusto equilibrio. A volte bastano poche parole per creare una buona intesa e un fotografo attento sa capire quando è arrivato il momento migliore per scattare. Spesso anzi il voler trascurare volutamente la propria intenzione di istruire il soggetto prima dello scatto contribuisce a rendere l'atmosfera più rilassata, specie quando gli scatti vengono effettuati all'aria aperta o comunque fuori da uno studio attrezzato. Ci si accorge subito infatti quando il soggetto non ha bisogno di tanti suggerimenti, e il nostro compito sarà così facilitato. Quando invece ci accorgiamo che la persona non si mette in posa come vorremmo, bisognerà essere risoluti e far compiere al soggetto i dovuti “aggiustamenti”.
Ricordiamoci di non commettere l'errore di far passare troppo tempo fra uno scatto e l'altro finendo per stancare il soggetto da fotografare. La pratica ci dovrà servire per evitare che i tempi morti facciano scomparire la naturalezza nel nostro soggetto.
Non tutti i soggetti naturalmente sono fotogenici. Ci sono visi più o meno interessanti e visi poco comunicativi, scialbi o persino sgradevoli. Il problema principale però non è tanto il tipo di viso quanto la capacità del soggetto di far trasparire in maniera intensa i propri sentimenti. L'espressione degli occhi è determinante e sono questi che danno rilievo al ritratto. I lineamenti del viso passano in secondo piano quando gli occhi sono in grado di esprimere un sentimento o di raccontare un'emozione. Il ritratto non è rappresentazione di un individuo fine a sè stessa e un volto dai tratti marcati o un viso pieno di rughe raccontano molte più cose di un volto bello ma inespressivo, poiché sarà l'espressione a raccontarci qualcosa comunicando con i nostri occhi di fotografo e quindi con gli occhi di chi osserverà le nostre fotografie.


Per realizzare un buon ritratto dobbiamo imparare a conoscere la nostra fotocamera, dimenticandoci per un attimo degli automatismi che, utili in determinate condizioni, non dovranno condizionare troppo il nostro lavoro.
E' importante rendersi conto di quali siano i corretti parametri esposimetrici e come influisca la luce, naturale o artificiale, sul soggetto da fotografare. Lo stesso si può dire per la messa a fuoco, che va impostata manualmente per evitare di mettere a fuoco particolari del volto a discapito di altri. La regola principale è quella di mettere a fuoco gli occhi del soggetto, specie quando il ritratto sia ravvicinato o molto ravvicinato.
Esistono diversi tagli nel ritratto fotografico, definiti piani, che identificano l'ampiezza del campo inquadrato:

1. particolare o dettaglio, che riprende un particolare molto piccolo del viso o del corpo


 
2. primissimo piano, che riprende il viso dalla metà del collo o dal mento
 



3. primo piano, che riprende il soggetto all'altezza delle spalle, definito anche "formato tessera"





4. mezzo primo piano, o mezzo busto, con la figura inquadrata all'altezza del petto





5. piano medio, o mezza figura, che riprende la figura dai fianchi o dalla vita in su




6. piano americano, che riprende il soggetto fino a metà coscia




7. figura intera, che riprende l'intero soggetto (piedi compresi...)


Naturalmente esistono tutti i passaggi intermedi fra le categorie indicate e la schematizzazione è utile solo per avere dei riferimenti di massima.
L'orientamento della fotocamera è prevalentemente quello verticale, ma se è scontato utilizzarlo per la figura intera (quando il soggetto è in piedi), non lo è altrettanto per il primo piano. Resto dell'avviso che non esiste una regola precisa e deve essere il fotografo a valutare di volta in volta quale sia la scelta migliore. Con la pratica sarà più facile decidere l'orientamento e verrà quasi spontaneo optare per l'una o l'altra soluzione.
Per concentrare l'attenzione sul soggetto da fotografare si può utilizzare un diaframma molto aperto per rendere sfocato lo sfondo. In questo modo si può anche nascondere uno scenario sgradevole e rendere lo scatto molto più convincente.
 

Nella composizione del ritratto bisognerà porre molta attenzione nella valutazione dello scenario e fare in modo che non vi siano particolari che disturbino vistosamente, come un lampione che spunta dietro la testa del soggetto, una brutta impalcatura o un grosso automezzo. La composizione dev'essere equilibrata e dare un senso di armonia.
L'inquadratura del soggetto viene fatta solitamente all'altezza del suo viso ma talvolta si può scegliere di effettuarla dal basso oppure dall'alto. Quando l'effetto prospettico non è esasperato un punto diverso da quello usuale può rendere la foto molto interessante.
 
  
Per quanto riguarda le condizioni di luce nelle riprese all'aperto bisogna ricordare che è meglio evitare le ore centrali della giornata, quando i raggi del sole sono più intensi e il cielo è limpido. Le ombre sono infatti molto marcate e la luce eccessiva può dare fastidio al soggetto.
 
 

Nelle giornate in cui il cielo sia invece nuvoloso o velato e vi sia comunque una buona luce le ombre meno marcate permettono di realizzare un ritratto dai toni decisamente migliori.

 
Un sistema per schiarire le ombre è l'utilizzo di pannelli riflettenti posti accanto al soggetto da fotografare, magari con l'aiuto di un assistente. In questo modo, creando cioè una luce più morbida, si riducono anche le eventuali imperfezioni della pelle.




Il ritratto può essere effettuato anche con un controluce laterale per mettere in evidenza la sagoma di un soggetto o per valorizzare i capelli fluenti di una donna. Anche in questo caso l'uso di un pannello riflettente è molto utile per schiarire le zone rimaste in ombra. Si può utilizzare un semplice pannello di polistirolo, una maglietta bianca o un ombrello bianco che rifletta la luce direttamente sul viso del soggetto.


Nel primo piano ravvicinato o nei ritratti che intendano descrivere un'atmosfera sognante o romantica si può usare un filtro diffusore (soft focus), che ha il vantaggio di nascondere i difetti della pelle.


Con una reflex 35mm gli obiettivi più utilizzati sono quelli con focale che va da 80 a 135mm (medio-tele). Una figura intera può essere ripresa con un 50mm e un primissimo piano con un 150mm. Questo tipo di obiettivi permette di riprendere il soggetto con la giusta prospettiva. Un obiettivo di focale minore, specie un grandangolare spinto, deforma la prospettiva e nelle riprese ravvicinate il soggetto assume un aspetto bizzarro.


La qualità dell'obiettivo non deve essere troppo alta per evitare di mettere in risalto i difetti della pelle. Esistono obiettivi speciali dotati della funzione soft focus (flou) che permettono di realizzare ottimi ritratti senza l'ausilio dei filtri diffusori.
Nelle riprese all'aperto e nei ritratti di reportage viene usata solitamente una reflex 35mm. L'ingombro dell'attrezzatura è minore e questo facilita non poco il lavoro del fotografo. All'interno di un studio fotografico vengono utilizzate prevalentemente le macchine medio formato, con pellicole più grandi (4.5x6, 6x6, 6x7, 6x9), che garantiscono una maggiore qualità, specie quando si intendano realizzare stampe di grande formato.
Nell'uso delle moderne fotocamere digitali molti problemi sono stati risolti, specialmente per la possibilità di visionare subito i risultati, ma la scelta degli obiettivi rimane la stessa, ricordando che la maggioranza dei sensori presenti sulle fotocamere digitali è di tipo APS-C (DX nelle fotocamere Nikon), un formato ridotto rispetto al 35mm. Il fattore di moltiplicazione rispetto al formato 35mm è solitamente di 1,5 (Nikon) o 1,6 (Canon). Questo significa che per sapere quali sono le focali più adatte con una fotocamera digitale nei suddetti formati bisogna moltiplicare la focale dell'obiettivo per 1,5. Un obiettivo fisso con focale 50mm diventa quindi un 75mm, uno zoom 18-105mm diventa un 27-157mm circa. Una fotocamera digitale pieno formato (full frame) non necessita naturalmente di questo calcolo perchè il suo sensore ha le stesse dimensioni delle pellicole di una reflex 35mm, ovvero 24x36mm.

1 commento:

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